Roma e l’ipotesi Wesley: la sinergia con l’Everton dei Friedkin e i regolamenti UEFA sul multi-club ownership

L’Everton dei Friedkin potrebbe acquistare il talento brasiliano Wesley dal Flamengo per poi girarlo in prestito alla Roma, sfruttando la sinergia del multi-club ownership: tutto quello che c’è da sapere

(Photo by Wagner Meier/Getty Images)

Ieri sera, Gianluca Di Marzio ha dato una notizia che coinvolgerebbe Everton, AS Roma e il giovane talento brasiliano Wesley, proveniente dal Flamengo. Il club di Premier League recentemente acquisito dal magnate americano Dan Friedkin, starebbe lavorando per acquistare il laterale destro su cui c’è una folta concorrenza, con l’intenzione di girarlo in prestito alla Roma, anch’essa di proprietà del Friedkin Group. Questa operazione, che sfrutterebbe la sinergia tra i due club sotto la stessa proprietà, solleva interrogativi sulle dinamiche del multi-club ownership (MCO) e sui regolamenti UEFA che disciplinano tali pratiche. Al di la dell’operazione di mercato, che ad oggi resta un’ipotesi, approfondiamo il caso analizzando precedenti simili e il quadro normativo che regola queste operazioni.

L’ipotesi Wesley: un’operazione di mercato strategica

Secondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio, l’Everton sarebbe pronto a formalizzare l’acquisto di Wesley, esterno destro brasiliano classe 2003, dal Flamengo. Tuttavia, il club inglese non intenderebbe utilizzarlo immediatamente, ma piuttosto girarlo in prestito alla Roma, dove il tecnico Gian Piero Gasperini lo considera una priorità per rinforzare la fascia destra. Il Flamengo, dal canto suo, valuta il giocatore intorno ai 30 milioni di euro, una cifra che potrebbe rappresentare un ostacolo per la Roma, alle prese con le restrizioni del Fair Play Finanziario (FFP) UEFA. L’operazione, che vede l’Everton come “intermediario” per poi cedere il giocatore in prestito al club italiano, evidenzia i vantaggi strategici del modello di multi-club ownership, ma solleva anche questioni di conformità regolamentare.

Multi-club ownership: una tendenza in crescita

Il modello di multi-club ownership, in cui una singola entità o gruppo controlla più club in diverse nazioni, è diventato una tendenza sempre più diffusa nel calcio moderno. Secondo il rapporto UEFA European Club Finance and Investment Landscape Report del 2023, oltre 230 club in tutto il mondo fanno parte di strutture MCO, rispetto ai meno di 100 di cinque anni fa e ai 40 del 2012. Questo modello consente ai proprietari di sfruttare sinergie come il trasferimento di giocatori, la condivisione di risorse tecniche e di scouting, e una maggiore capacità di negoziazione commerciale.

Esempi di MCO di spicco includono:

- City Football Group (CFG): proprietario di Manchester City e di altri 12 club, tra cui Girona (Spagna), Troyes (Francia) e New York City FC (USA). Un caso emblematico è stato il trasferimento di Sávio, acquistato da Troyes (relegato in Ligue 2) e poi girato in prestito a Girona, senza che il giocatore abbia mai giocato per il club francese. Questo ha sollevato sospetti sulla gestione delle operazioni interne al gruppo CFG, con accuse di trasferimenti a prezzi non di mercato per eludere le regole del FFP.

- Red Bull: Controlla RB Lipsia (Germania), Red Bull Salisburgo (Austria), New York Red Bulls (USA) e altri. Un esempio significativo è il trasferimento di Dominik Szoboszlai da Salisburgo a Lipsia nel 2021, un’operazione che ha permesso al giocatore di maturare esperienza in un contesto competitivo prima di approdare in un top club come il Liverpool.

- Chelsea e Strasburgo: dopo l’acquisizione di Strasbourg da parte di BlueCo (il consorzio che controlla il Chelsea) nel 2023, i due club hanno avviato una collaborazione che ha visto il trasferimento di giovani talenti come Mamadou Sarr al Chelsea, mentre altri giocatori sono stati mandati in prestito a Strasburgo per accumulare esperienza. Questa sinergia ha permesso al Chelsea di gestire un roster ampio, rispettando, almenp teoricamente, le restrizioni del FFP.

- INEOS e Manchester United/Nice: Sir Jim Ratcliffe, proprietario di Nizza e azionista di minoranza di Manchester United, ha utilizzato il modello MCO per trasferire giocatori come Jean-Clair Todibo da Nice ad altri club, anche se le operazioni tra i due club sono state limitate per conformarsi alle regole UEFA.

Regolamenti federali: il caso della Premier League

Nella Premier League, le operazioni tra club dello stesso gruppo proprietario sono soggette al controllo delle regole sulle associated party transactions. Queste richiedono che i trasferimenti di giocatori o altre operazioni commerciali tra club affiliati siano valutati per garantire che rispettino il “fair market value” (valore di mercato equo). Questo serve a prevenire trasferimenti a prezzi gonfiati o scontati che potrebbero essere utilizzati per aggirare le regole di Profitability and Sustainability Rules (PSR), l’equivalente inglese del FFP UEFA. Ad esempio, l’operazione Wesley, se completata, dovrebbe essere valutata dalla Premier League per assicurare che il prezzo pagato dall’Everton al Flamengo sia conforme al valore di mercato del giocatore.

Regolamenti federali: il quadro della Serie A

In Serie A, le operazioni tra club sotto la stessa proprietà sono regolate dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) attraverso il Codice di Giustizia Sportiva e le Norme Organizzative Interne Federali (NOIF). Analogamente alla Premier League, la FIGC impone controlli rigorosi per garantire che le transazioni tra club affiliati, come trasferimenti o prestiti di giocatori, rispettino il principio del “valore di mercato equo”. L’Articolo 7 del Regolamento del Settore Tecnico FIGC stabilisce che le operazioni tra società collegate devono essere trasparenti e conformi alle valutazioni di mercato, con la possibilità per la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio (COVISOC) di analizzare i bilanci e i contratti per verificare l’assenza di violazioni finanziarie, come prezzi gonfiati o scontati per eludere il Fair Play Finanziario. Nel caso dell’operazione Wesley, se l’Everton acquistasse il giocatore e lo girasse in prestito alla Roma, la FIGC potrebbe richiedere una valutazione indipendente del valore del trasferimento per garantire la conformità alle normative. Inoltre, la FIGC vieta a persone fisiche o giuridiche di controllare direttamente più club nella stessa categoria (Serie A), ma non pone restrizioni esplicite su proprietà di club in leghe straniere, lasciando il caso Roma-Everton sotto la giurisdizione UEFA per eventuali conflitti in competizioni europee.

Critiche e rischi del multi-club ownership

Nonostante i vantaggi strategici, il modello MCO è oggetto di critiche. I tifosi di club “secondari” come Girona, Strasburgo o Troyes spesso temono che i loro club vengano ridotti a “feeder clubs” (club alimentatori) per le squadre principali del gruppo, perdendo la loro identità. Ad esempio, i tifosi dello Strasburgo hanno protestato nel 2023 contro il modello di gestione di BlueCo, accusandolo di favorire il Chelsea a scapito del club francese. Inoltre, il caso di Crystal Palace, che rischia l’esclusione dall’Europa League 2025/26 a causa della partecipazione di John Textor (proprietario anche di Lione), evidenzia le complessità normative quando due club dello stesso gruppo si qualificano per la stessa competizione.

Un altro rischio è la potenziale distorsione del mercato dei trasferimenti. L’UEFA ha rilevato che molte operazioni all’interno di gruppi MCO avvengono tramite prestiti o trasferimenti gratuiti, il che può alterare i valori di mercato e compromettere l’equità competitiva. Nel caso di Wesley, l’operazione potrebbe essere strutturata per aiutare la Roma a rispettare il FFP, ma l’UEFA e la Premier League vigilerebbero per garantire che non vi siano violazioni.

L’operazione Wesley tra Everton, Roma e Flamengo rappresenterebbe un esempio paradigmatico di come il multi-club ownership stia ridefinendo il calcio moderno. La sinergia tra i club di Dan Friedkin offre vantaggi strategici, ma deve navigare un complesso panorama normativo. L’UEFA, con le sue regole sull’integrità delle competizioni, e la Premier League, con il controllo sulle associated party transactions, cercano di bilanciare l’innovazione del modello MCO con la necessità di preservare l’equità sportiva. Casi come quelli di CFG, Red Bull e Chelsea dimostrano che, con le giuste misure (come i blind trust), i club possono rispettare le normative, ma le critiche dei tifosi e le sfide regolamentari suggeriscono che il dibattito sul multi-club ownership è lungi dall’essere risolto. 

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