La Roma, il Fair Play Finanziario e l’obbligo delle plusvalenze entro il 30 Giugno

Perché la Roma deve fare cessioni che comportino plusvalenze entro il 30 giugno? Cosa vuol dire? Quali sono le conseguenze se non si rispettano il Settlement Agreement o le regole del Fair Play Finanziario? Ecco una guida per saperne di più

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

La Roma si trova, ancora una volta, sotto i riflettori dell’UEFA per il rispetto delle norme del Fair Play Finanziario (FFP), oggi evoluto nel Regolamento di Sostenibilità Finanziaria. Entro il 30 giugno 2025, il club giallorosso deve realizzare plusvalenze per una cifra stimata tra i 10 e i 20 milioni di euro, anche se l’importo esatto non è stato reso pubblico. Questa necessità deriva dal Settlement Agreement sottoscritto con l’UEFA nel 2022, un accordo che impone rigidi paletti finanziari per sanare i bilanci del club. Ma cosa comporta esattamente il FFP? Perché la Roma è sotto monitoraggio? E quali sono le conseguenze di un eventuale mancato rispetto degli obiettivi? 

Cos’è il Fair Play Finanziario UEFA?

Il Fair Play Finanziario, introdotto nel 2010 e riformato nel 2022 con il Regolamento di Sostenibilità Finanziaria, è un insieme di norme progettate per garantire la stabilità economica dei club europei e una competizione leale. L’obiettivo principale è evitare che i club spendano oltre le loro possibilità, accumulando debiti insostenibili. Dal 2025/26, il cuore del regolamento è la squad cost rule, che limita le spese per stipendi, ammortamenti dei cartellini e commissioni agli agenti al 70% dei ricavi del club. Questa regola è stata introdotta gradualmente: 90% nel 2023/24, 80% nel 2024/25 e 70% a regime dal 2025/26. Inoltre, il deficit aggregato massimo consentito in un triennio è di 60 milioni di euro, con possibilità di coprire eventuali sforamenti tramite capitale proprio.

Il controllo è affidato al Club Financial Control Body (CFCB), composto da una Camera Investigativa e una Camera Giudicante. I club devono presentare bilanci certificati e proiezioni finanziarie, sottoposti a un monitoraggio rigoroso. In caso di violazioni, le sanzioni possono includere:

- Multe pecuniarie, proporzionali all’entità dello sforamento.

- Restrizioni sportive, come la riduzione della rosa UEFA da 25 a 23 giocatori o il divieto di registrare nuovi acquisti.

- Esclusione dalle competizioni UEFA, nei casi più gravi.

Che cos’è una plusvalenza e che vuol dire in ambito FFP?

Nel calcio europeo, le plusvalenze rappresentano un’arma cruciale per i club soggetti alle normative del Fair Play Finanziario (FPF) UEFA, come la Roma. Una plusvalenza si genera quando un giocatore viene ceduto per un importo superiore al suo valore contabile residuo, calcolato sottraendo l’ammortamento annuale dal costo d’acquisto. Ad esempio, un giocatore comprato per 20 milioni di euro con un contratto di 5 anni ha un ammortamento annuo di 4 milioni; se venduto dopo due anni per 15 milioni, la plusvalenza è di 3 milioni (15 milioni meno il valore residuo di 12 milioni). Per la Roma, che ha firmato un Settlement Agreement con la UEFA nel 2022 per sanare violazioni del FPF, le plusvalenze sono fondamentali per rispettare i parametri finanziari imposti, che prevedono un deficit massimo di 60 milioni di euro entro il 2026, con scadenze intermedie al 30 giugno di ogni anno. Questa data coincide con la chiusura dell’esercizio finanziario, rendendo le cessioni entro il 30 giugno essenziali per bilanciare i conti ed evitare sanzioni come multe, limitazioni di rosa o esclusione dalle competizioni UEFA.

Perché la Roma è sotto Settlement Agreement?

La Roma ha sottoscritto un Settlement Agreement con l’UEFA il 2 settembre 2022, a seguito di violazioni del requisito di pareggio di bilancio (break-even) negli esercizi finanziari dal 2018 al 2022. Questo periodo, influenzato dalla pandemia di Covid-19, ha causato perdite cumulative di 7 miliardi di euro tra i club europei, spingendo molti, inclusa la Roma, a sforare i parametri del FFP. L’accordo, della durata di quattro anni (fino alla stagione 2025/26), è stato firmato da otto club, tra cui Inter, Milan, Juventus e Paris Saint-Germain, per un totale di 172 milioni di euro in contributi finanziari

Per la Roma, l’accordo prevede:

- Un contributo finanziario incondizionato di 5 milioni di euro, già trattenuto nella stagione 2022/23 dai premi UEFA.

- Un contributo finanziario condizionato fino a 30 milioni di euro, variabile in base al rispetto degli obiettivi finanziari intermedi.

- L’obbligo di mantenere un deficit aggregato non superiore a 60 milioni di euro entro la stagione 2025/26.

- Restrizioni sportive incondizionate per le stagioni 2022/23 e 2023/24, che impediscono la registrazione di nuovi giocatori nella Lista A UEFA a meno che il saldo tra entrate e uscite sia positivo.

- Restrizioni condizionali per le stagioni successive (2024/25, 2025/26, 2026/27), come la riduzione della rosa a 23 giocatori o il divieto di nuovi tesseramenti, applicabili in caso di mancato rispetto degli obiettivi.

La Roma era già stata sotto un Settlement Agreement nel 2015, con una multa di 6 milioni di euro e limitazioni sulla rosa, uscendone nel 2018. Tuttavia, le difficoltà finanziarie post-pandemia, unite a investimenti significativi sul mercato, hanno riportato il club sotto il regime di monitoraggio.

L’obbligo delle plusvalenze entro il 30 Giugno 2025

Per rispettare i paletti del Settlement Agreement, la Roma deve generare plusvalenze entro il 30 giugno 2025, con stime che oscillano tra i 10 e i 20 milioni di euro. Le plusvalenze, ovvero i guadagni derivanti dalla vendita di giocatori rispetto al loro valore contabile, sono cruciali per migliorare il bilancio e rientrare nei limiti di deficit imposti dall’UEFA. Ad esempio, la cessione di Samuel Dahl al Benfica per 11 milioni più il 40% sulla futura rivendita, ha generato una plusvalenza di circa 7 milioni di euro e quella di Zalewski all’Inter, essendo il polacco un prodotto del settore giovanile, ha generato l’intera cifra del trasferimento come plusvalenza, vale a dire 6.5 milioni di euro.

Tuttavia, non tutte le cessioni hanno l’impatto sperato. La vendita di Enzo Le Fée, ad esempio, non ha prodotto plusvalenze significative a causa del suo valore di bilancio. La Roma deve quindi agire con oculatezza, bilanciando le esigenze finanziarie con quelle sportive, per evitare di indebolire eccessivamente la rosa.

Le conseguenze di un mancato rispetto delle regole

Se la Roma non riuscisse a realizzare le plusvalenze necessarie o a rispettare i target finanziari, le conseguenze potrebbero essere significative. Negli ultimi anni, il club ha già subito sanzioni pecuniarie per lievi sforamenti:

- Circa 2 milioni di euro per l’esercizio 2022/23.

- Circa 3 milioni di euro previsti per l’esercizio 2023/24, a seguito di un rosso di 81 milioni di euro.

Un ulteriore mancato rispetto degli obiettivi potrebbe portare a:

- Multe aggiuntive, fino a un massimo di 30 milioni di euro, come previsto dal Settlement Agreement.

- Restrizioni sportive, come la riduzione della rosa UEFA o il divieto di registrare nuovi giocatori, applicabili già dalla stagione 2024/25.

- Esclusione dalle competizioni UEFA, una misura estrema che scatterebbe solo in caso di violazioni gravi, a partire dalla stagione 2027/28.

Tali sanzioni avrebbero un impatto non solo economico, ma anche sportivo, limitando la competitività della Roma nelle coppe europee e complicando la pianificazione del mercato.

Un equilibrio delicato

La Roma si trova in una fase cruciale della sua gestione finanziaria. Sotto la proprietà dei Friedkin, che hanno investito oltre 900 milioni di euro nel club, la società sta cercando di coniugare ambizioni sportive con la sostenibilità economica. Il Settlement Agreement rappresenta una guida, ma anche un vincolo, che obbliga a scelte strategiche sul mercato. In società, c’è la volontà di rispettare i parametri UEFA, ma la strada verso la piena conformità è ancora lunga.

Frederic Massara, da poco insediatosi come nuovo Direttore Sportivo del club, sta lavorando senza sosta per l’obiettivo, cercando di evitare sacrifici illustri come quello di Evan Ndicka. Il Fair Play Finanziario, con le sue regole severe, non lascia spazio a errori. Per la Roma, il 30 giugno 2025 è una scadenza cruciale: rispettare gli obiettivi di plusvalenza non è solo una questione di bilancio, ma una necessità per continuare a sognare in grande, in Italia e in Europa.

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