Michele Uva, unico dirigente sportivo nella Top 100 di Time per l'azione climatica, guida la sostenibilità UEFA con Euro 2024 a emissioni ridotte e neutralità carbonica entro il 2040
(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)
Michele Uva, 61 anni, originario di Matera, è l’unico esponente del mondo dello sport inserito da Time tra le 100 personalità più influenti nella lotta al cambiamento climatico attraverso le imprese. Il direttore della Sostenibilità Sociale e Ambientale della UEFA – nonché Executive Director for Sustainability e responsabile UEFA per Euro 2032 in Italia – è stato collocato nella categoria “Catalyst”, riservata a chi accelera il cambiamento.
La motivazione ufficiale della rivista statunitense evidenzia il ruolo chiave di Uva nell’integrazione della sostenibilità nella strategia di UEFA Euro 2024 in Germania, il terzo evento sportivo più seguito al mondo dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Grazie alle sue iniziative, i possessori di biglietto hanno viaggiato gratis sui trasporti pubblici e con sconti sui treni tra le città ospitanti: risultato, meno del 5% degli spettatori ha usato l’auto privata. Inoltre, il “Fondo per il Clima” di Euro 2024 ha stanziato 7,93 milioni di euro (circa 9,39 milioni di dollari) per finanziare 225 progetti green in Germania, tra pannelli solari, colonnine di ricarica per veicoli elettrici e pompe di calore installate nei club dilettantistici (dati ufficiali UEFA, pubblicati sul report di sostenibilità post-torneo).
Con Uva, l’Italia schiera in totale quattro rappresentanti nella classifica Time 2024: Maria Grazia Davino (categoria Titans), Regional Managing Director di BYD Europe, colosso cinese dei veicoli elettrici; Salvatore Vinci (categoria Leaders), responsabile tecnico per l’elettrificazione delle strutture sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; Andrea Rocchetto (categoria Innovators), CEO e co-fondatore di Ephos, startup italiana specializzata in chip fotonici per il calcolo quantistico su vetro. Uva, già vice-presidente FIGC e membro del Consiglio FIFA, rappresenta così il primo caso di un dirigente calcistico riconosciuto a livello globale per l’impatto ambientale dello sport, in linea con la strategia UEFA “Strengthen the Core, Broaden the Reach” che prevede la neutralità carbonica entro il 2040 (obiettivo ratificato nel documento ufficiale UEFA Sustainability Strategy 2030).
Il percorso di Uva verso questo riconoscimento internazionale è radicato in una visione pionieristica: già nel 2016, come DG della FIGC, ha introdotto il primo bilancio di sostenibilità del calcio italiano, certificato secondo gli standard GRI (Global Reporting Initiative). Oggi, in UEFA, guida un team dedicato che monitora l’impronta carbonica di oltre 1.200 partite all’anno tra competizioni per club e nazionali. Secondo il report UEFA “Football Sustainability Progress Report 2024”, pubblicato a settembre, le emissioni di CO₂ per spettatore a Euro 2024 sono scese del 34% rispetto a Euro 2016, grazie a misure come l’eliminazione della plastica monouso negli stadi (ridotta del 98%) e l’utilizzo di energia 100% rinnovabile in tutte le 10 sedi tedesche – risultati che hanno convinto Time a premiarne la leadership come “catalizzatore” di un modello esportabile anche a Euro 2032, che l’Italia co-ospiterà con la Turchia.
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