È nato il primo sindacato degli arbitri italiani

La Cgil, il più grande sindacato italiano, ha istituito ufficialmente un gruppo dedicato a tutti i direttori di gara, di qualsiasi disciplina sportiva. L’iniziativa, promossa dalla Slc (Sindacato lavoratori della comunicazione), è indipendente dall’AIA, l’associazione che fa parte della FIGC. Non si tratta solo di un’associazione di categoria, ma di una vera e propria rappresentanza sindacale.
I riferimenti normativi
Questa piccola rivoluzione culturale e sportiva si fonda su due pilastri del nostro ordinamento: l’articolo 33 della Costituzione e la legge n. 36 del 2021. Il primo valorizza il ruolo educativo e sociale dello sport, mentre la seconda riconosce ufficialmente gli arbitri come “lavoratori sportivi”.
Oggi, tuttavia, gli arbitri sono privi di molte delle tutele previste per altre categorie. Le prime rivendicazioni già in agenda riguardano: adeguamento dei compensi, coperture Inail e previdenziali, diritto allo sciopero, formazione continua e protezione – fisica e verbale – in caso di situazioni critiche.
Il commento dei vertici della Cgil
"È tempo che chi fa rispettare le regole veda finalmente riconosciuti i propri diritti", hanno dichiarato Sabrina Di Marco e Riccardo Saccone, segretari generali rispettivamente della Cgil e della Slc. I due dirigenti sindacali hanno sottolineato come la nascita della sezione arbitri rappresenti "una tappa significativa della campagna referendaria promossa dalla Cgil, perché rafforza la rappresentanza collettiva e il ruolo centrale di lavoratrici e lavoratori nella società". Con questo passo storico, gli arbitri entrano a pieno titolo nel dibattito sui diritti del lavoro nello sport, aprendo scenari inediti per il futuro della governance arbitrale italiana.