La Generazione Z alla conquista degli Europei

Foden, Sancho, l’italiano Raspadori e molti altri: a Euro 2020, per la prima volta, ci saranno i nati negli anni 2000. Una rivoluzione in campo e fuori perché i loro coetanei sono pronti a guardarli su TikTok e Twitch, altro che televisione.

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Non è un Europeo per vecchi” verrebbe da dire parafrasando il romanzo di Cormac McCarthy (“No Country for Old Men”) o al massimo l’omonimo film uscito due anni più tardi, nel 2007.

È, invece, l’Europeo della Generazione Z, quella dei nati all'incirca tra il 1997 e il 2012 e in ogni caso – se proprio vogliamo uscire dalle convenzioni – dei nativi digitali. In campo e fuori. Un legame testimoniato pure dal marketing (come spiegato nella guida social ad Euro 2020 curata da Social Media Soccer) tramite un continuo processo di commistione tra calcio e digital, confermato dal fatto che per la prima volta è un social network ad essere sponsor ufficiale di una manifestazione UEFA: TikTok. Se non è questo un segno dei tempi, sarà difficile trovarne di più tangibili. Ma ci sono anche altre partnership care ai ragazzi come quella con Just Eat, azienda di delivery giovane quanto la maggior parte dei suoi clienti.

Euro 2020 è il primo torneo per nazioni dei ragazzi nati nei primi anni Duemila. La Gen Z appunto e non i millennials come vengono (ancora) erroneamente chiamati sui media tradizionali per colpa di una semplice assonanza, il fatto di essere nati nel nuovo millennio. Non erano al Mondiale del 2018 ed erano troppo giovani per l’Europeo in Francia del 2016. In quell'occasione il più piccolo di tutti era Marcus Rashford (Inghilterra), un classe ‘97. 

In campo ci saranno 37 giocatori nati nei primi anni Duemila. Quindi del 2000, un’annata in cui sono rimasti fuori dall'Europeo due delle punte più interessanti del calcio mondiale: Dusan Vlahovic della Fiorentina (serbo) ed il norvegese Erling Haaland del Borussia Dortmund. Ci sarà invece il suo compagno Jadon Sancho, che indossa la casacca di una giovane quanto temibile Inghilterra e il giovanissimo (2003) Jude Billingham. Southgate può anche schierare anche Phil Foden (City), oltre a Bukayo Saka dell’Arsenal (2001).

L’Italia è ferma al 21enne del Sassuolo Giacomo Raspadori, però da Barella a Bastoni e Donnarumma i rappresentanti della Gen Z non mancano.

Sono otto i calciatori di Euro 2020 nati nel 2001, 11 nel 2002, 3 nel 2003. Solamente tre delle 24 Nazionali presenti non ne hanno portato nemmeno uno: Finlandia, Austria e Francia, nonostante la Ligue 1 sia un campionato parecchio accomodante nei confronti degli under 21. Il Galles, invece, ne ha cinque.

Giocatori che prima della pandemia – per età anagrafica e non solo – erano fuori dal giro della propria selezione, mentre oggi la rappresentano all'Europeo. A quelli già citati si aggiungono Jamal Musiala (2003) nella Germania, Nuno Mendes (2002) del Portogallo, Ryan Gravenberch (stessa età) dei Paesi Bassi, Jeremy Doku del Belgio, Neco Williams (2001) del Galles, Pedri e Ferran Torres (entrambi 2000) della Spagna.

Inoltre, dal 2018 – e ancora di più da Euro 2016 in Francia – è cambiato tutto il panorama mediatico. Per questo è bene sottolineare come la Generazione Z si prenderà l’Europeo anche fuori dal campo. Di tutti questi ragazzi solo Pedri e Foden (che ha 1,4 milioni di follower e posta palleggi con la carta igienica) hanno un account ufficiale su TikTok, il social network cinese che sta spopolando tra le nuove generazioni con tassi di crescita da far invidia ai rivali. Resta il fatto, però, che è il più utilizzato dai loro coetanei e viceversa dato che il 41% degli utenti della piattaforma ha tra i 16 e 24 anni.

Lo stesso vale per Twitch, il servizio di live streaming acquistato da Amazon nel 2014 per 970 milioni di dollari, dove Christian Vieri ha trasferito la sua Bobo TV. Anche là sopra la fascia regina è quella dei 16-24 anni e in ogni caso il 37% dei profili registrati è sotto i 25 anni.

È lecito attendersi, a differenza dal passato, uno spacchettamento mai visto prima dei contenuti degli Europei, dovuto alla frammentazione con cui la Gen Z fruisce i contenuti sportivi in diretta. Difficile che guardino un’intera partita, più facile che la vivano (anche per un tempo superiore) con reaction , highlights, video e commenti su tutti i social. Restando incollati allo smartphone e scansando la televisione.

A maggior ragione se TikTok, partner della manifestazione, irromperà con la sua carovana di Challenge. Seguiranno direttamente i propri idoli aspettando le stories dal “backstage” di Euro 2020, gli spogliatoi e le serate in hotel, in base a quelle che sono le restrizioni che ogni Federazione (o addirittura i commissari tecnici) impone ai propri tesserati riguardo l’utilizzo dello smartphone da parte degli atleti. Semmai non fossero ancora passate di moda di fronte all'evoluzione della società.

In ogni caso sarà l’Europeo del nuovo che avanza.

Per chi gioca e per chi lo guarda da fuori, destinato a lasciare un solco profondo su entrambi i terreni di gioco. Con brand e aziende pronti a cavalcarlo per gli eventi futuri.


Scarica la Guida Social di EURO 2020 di Social Media Soccer
Tutto quello che devi sapere su comunicazione social, marketing, stadi, responsabilità sociale e storie sportive sulla prossima competizione europea per Nazionali.

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