Sunderland: il ritorno in Premier League, Le Fée e l’epopea raccontata da Sunderland 'Til I Die

Il Sunderland rinasce: dopo anni di buio, narrati magistralmente dalla docuserie Sunderland 'Til I Die, i Black Cats conquistano la Premier League con un’epica vittoria in rimonta a Wembley, anche nel segno di Enzo Le Fée: un racconto di resilienza e passione che cattura il cuore di ogni amante del calcio

(Photo by Mike Hewitt/Getty Images)

A distanza di otto anni dall’amara retrocessione del 2017, il Sunderland torna a brillare sotto i riflettori della Premier League. I Black Cats, dopo un viaggio tormentato nelle categorie inferiori del calcio inglese, culminato con la vittoria nella finale playoff di Championship contro lo Sheffield United, hanno completato una rinascita che sa di leggenda. Un percorso di sofferenza, resilienza e riscatto, magistralmente catturato dalla docuserie Netflix Sunderland 'Til I Die, che ha trasformato le vicende del club in un racconto universale sul legame viscerale tra una città, la sua squadra e il calcio.

Un epilogo da film a Wembley

La finale playoff di Championship, giocata nell’iconico stadio di Wembley, è stata semplicemente emozionante. Lo Sheffield United, che ha tutti i favori del pronostico, colpisce per primo con Campbell al 25’, e al 34’ i Black Cats rischiano di affondare sotto il peso di un possibile 2-0, annullato però dal VAR per la rete di Burrows. La squadra di Regis Le Bris non si arrende: Eliezer Mayenda pareggia al 76’, e quando tutto sembra destinato ai supplementari, Watson, al 95’, infila il gol della gloria. Un’esplosione di gioia, un finale da film, un ritorno in Premier League che sa di liberazione dopo anni di buio.

La stagione del riscatto

Il cammino verso la promozione è stato quello di una squadra solida e determinata. Con 76 punti in 46 giornate di regular season (58 gol fatti, 44 subiti), il Sunderland ha chiuso la Championship al quarto posto, guadagnandosi l’accesso ai playoff. In semifinale, i Black Cats hanno affrontato il Coventry City: una vittoria per 2-1 all’andata in trasferta e un pareggio thrilling al ritorno, deciso dal gol al 122’ di Daniel Ballard, hanno spalancato le porte di Wembley. Una stagione di carattere, guidata da una squadra giovane e affamata, pronta a riscrivere la storia del club.

Tra i protagonisti di questa stagione spiccano gli attaccanti Wilson Isidor ed Eliezer Mayenda, veri trascinatori con rispettivamente 12 e 8 gol in regular season. Isidor ha aggiunto una rete cruciale nell’andata contro il Coventry, mentre Mayenda ha firmato il pareggio nella finale contro lo Sheffield. Romaine Mundle, con 5 gol in 22 partite, ha dato un contributo importante, mentre il talento di Enzo Le Fée, arrivato in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Premier League dalla Roma, ha illuminato il centrocampo con 1 gol e 3 assist tra regular season e playoff. Una rosa che ha saputo unire tecnica, cuore e determinazione.

Le Fée resta in Inghilterra, la Roma incassa

Con la promozione in Premier League del Sunderland, Enzo Le Fée  passa a titolo definitivo dalla Roma ai Black Cats per una cifra complessiva che potrebbe raggiungere i 24 milioni di euro. L’accordo prevede una base di 18 milioni, a cui si aggiungono 2 milioni di bonus facilmente raggiungibili e ulteriori 4 milioni legati alla permanenza del Sunderland in Premier League nella stagione 2025-26, senza dimenticare il 10% sulla futura plusvalenza. Un colpo importante per il club inglese e una plusvalenza significativa per la Roma, che saluta il giocatore dopo una parentesi breve e poco incisiva nella Capitale.

Arrivato a Roma nell’estate del 2024 dal Rennes per 23 milioni di euro, Le Fée, 25 anni, non è riuscito a lasciare il segno in maglia giallorossa. Nei sei mesi trascorsi nella Capitale, il centrocampista ha collezionato appena dieci presenze, di cui sei da titolare, per un totale di 460 minuti in campo. Nessun gol, nessun assist e un’intesa con l’allenatore Claudio Ranieri che non è mai sbocciata. In un momento delicato della stagione, il tecnico italiano, alla ricerca di pragmatismo e solidità, non ha trovato in Le Fée il profilo ideale per il suo progetto, aprendo così la strada al trasferimento in Inghilterra.

La rinascita al Sunderland

Se a Roma l’avventura di Le Fée è stata una nota stonata, al Sunderland il francese ha trovato il palcoscenico perfetto per brillare. Arrivato in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione, Le Fée si è subito imposto come perno centrale del progetto dei Black Cats, fortemente voluto dall’allenatore Regis Le Bris. I due avevano già condiviso una stagione al Lorient nel 2022-23, e la fiducia del tecnico si è rivelata fondamentale. In Championship, Le Fée ha saltato solo sei partite, cinque delle quali per un infortunio, dimostrando spesso qualità. 

Il suo primo gol stagionale è arrivato contro il Luton, un momento che ha sancito la sua crescita nel contesto inglese. Ma è nei playoff di Championship che Le Fée ha lasciato il segno più profondo: nella semifinale contro il Coventry City, il suo assist da calcio d’angolo per il colpo di testa di Daniel Ballard è stato decisivo per il passaggio in finale. A Wembley, contro lo Sheffield United, il francese ha disputato l’intera partita da titolare, contribuendo con la sua visione di gioco alla storica vittoria che ha riportato il Sunderland in Premier League.

Sunderland 'Til I Die: il calcio diventa cinema

Il ritorno in Premier League non è solo una vittoria sportiva, ma la chiusura di un cerchio narrativo che la docuserie Sunderland 'Til I Die ha raccontato con cruda autenticità. La serie Netflix, lanciata nel 2018, ha aperto una finestra sul cuore pulsante del Sunderland, seguendo il club nei suoi anni più bui. Dopo la retrocessione dalla Premier League nel 2017, con un misero bottino di 24 punti, il club è precipitato in un incubo: nel 2018, una nuova retrocessione, questa volta in League One, la terza serie inglese, un’umiliazione senza precedenti per una società nata nel 1880 e abituata a palcoscenici ben più prestigiosi. La serie cattura il dolore dei tifosi, la frustrazione dei giocatori e le difficoltà gestionali di un club in crisi, tra cambi di proprietà e scelte sbagliate.

La prima stagione di Sunderland 'Til I Die documenta la disastrosa annata 2017-18 in Championship, culminata con il 24° posto e la caduta in League One. La seconda stagione segue il tentativo di risalita nella stagione 2018-19, ma il sogno si infrange nella finale playoff persa contro il Charlton Athletic. È un racconto di speranze infrante, ma anche di un legame indissolubile tra la squadra e i suoi tifosi, che continuano a cantare “I’m Sunderland 'til I die” nonostante le delusioni. La terza stagione, rilasciata nel 2022, celebra finalmente il ritorno in Championship, con la vittoria nei playoff contro il Wycombe Wanderers, un primo passo verso la redenzione.

La docuserie non è solo un resoconto sportivo, ma un viaggio emotivo che intreccia calcio, identità e comunità. Le immagini dei tifosi in lacrime, delle strade di Sunderland avvolte dalla passione per i Black Cats e delle difficoltà dietro le quinte hanno trasformato la squadra in un simbolo di resilienza. Il cinema, con la sua capacità di narrare storie universali, ha reso il Sunderland un caso unico: una squadra che, pur nelle sue cadute, è diventata protagonista di un racconto epico, capace di ispirare oltre i confini del calcio.

La fine di un incubo

Il percorso del Sunderland negli ultimi anni è stato un’odissea. Dalla retrocessione in Championship nel 2017, al crollo in League One nel 2018, fino alla lenta risalita culminata con il ritorno in Championship nel 2022 e, finalmente, la promozione in Premier League nel 2025. Ogni passo è stato un atto di fede per i tifosi, che non hanno mai abbandonato i Black Cats, come testimoniato dalla docuserie. La vittoria contro lo Sheffield United a Wembley non è solo un trionfo sportivo, ma il coronamento di un viaggio che ha unito una città e i suoi sogni. Il Sunderland è tornato. E con lui, il suo spirito indomabile, pronto a scrivere nuove pagine di storia in Premier League. Come recita il canto dei tifosi: “Sunderland 'til I die”.

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