Ogni posizione in classifica attribuisce un diverso ricavo alla voce "diritti televisi", dal Milan al Venezia vediamo quanto ha portato il piazzamento finale nelle casse dei club.
La Serie A ha emesso i suoi verdetti con lo scudetto, che va sul petto del Milan, e le retrocessioni in Serie B (Cagliari - Genoa - Venezia).
Cambi di fronte e risultati a sorpresa sono stati le caratteristiche principali di un torneo dove l’unica certezza è l’assenza di certezze.
Milan e Inter hanno infiammato la competizione fino all'ultima giornata, creando un hype altissimo e rendendo la lotta Scudetto avvincente dopo quaòlche anno di stabilità al vertice.
Il posizionamento finale in classifica, oltretutto, non ha solamente una valenza storica e sportiva, ma anche economica.
Ad ogni posizione corrisponde infatti una valutazione specifica, ovvero una cifra destinata ad entrare nelle casse delle società. Concludere la stagione nel miglior modo possibile comporta maggiori ricavi, complici anche i diritti televisivi.
La ripartizione viene organizzata secondo quanto disposto dalla Legge Melandri, revisionata dalla Riforma Lotti, ai sensi della quale, come ricordato da Calcio e Finanza, la distribuzione delle risorse figlie della commercializzazione delle partite deve seguire il seguente ordine:
Quindi, numeri alla mano, il 12% delle risorse totali e finali viene organizzato e distribuito tra i club in base al posizionamento in classifica a maggio.
Per questa stagione, in attesa di capire se vi sarà un Inter bis o una successione al trono, la cifra totale stanziata ammonta a 113 milioni, organizzati su un massimo erogabile di 17,6 milioni al Milan scudettato e su un minimo di 400mila euro per l’ultima della classe, il Venezia.
La distribuzione, dalla prima all’ultima posizione, è la seguente:
Le differenze più profonde si registrano nelle posizioni che ambiscono ad una qualificazione europea, essendo Champions League e Europa League fondamentali per i bilanci societari.
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