Quanto costa il nuovo stadio della Fiorentina?

Il club di Commisso potrà attingere ai fondi provenienti del Recovery Found per la ristrutturazione del Franchi.

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Uno dei chiodi fissi di Rocco Comisso dal giorno del suo insediamento come presidente della Fiorentina è stata la questione stadio.

Una delle priorità del proprietario di Mediacom e della Fiorentina è sempre stata la costruzione del nuovo stadio.

Il miliardario americano si è attivato fin da subito per raggiungere questo obiettivo consegnando al Comune di Firenze studi di fattibilità o progetti per trovare un’area adatta alla costruzione del nuovo impianto, ovviamente di proprietà del club. Un’asset fondamentale per avviare le varie strategie commerciali del club, un progetto ambizioso che si è scontrato però con la burocrazia italiana.

Le prime due ipotesi contemplate per l’area del nuovo stadio furono Campo di Marte o Campi Bisenzio. La proprietà della Fiorentina, all’inizio della stagione 19/20, ha incaricato la società di consulenza Deloitte per effettuare un’analisi approfondita, poi presentata al sindaco Nardella, sulle reali opportunità che il nuovo impianto avrebbe offerto non solo al club ma a tutta la città di Firenze.

Questi i punti salienti del report: 55.000 metri quadrati con area commerciale, la crescita del valore immobiliare dell’area, attrattività costante per turisti e fans non solo durante l’evento sportivo ma 365 giorni l’anno.

L’impatto positivo di ricaduta calcolato si sarebbe attestato, secondo Deloitte, a circa 5 miliardi di euro in 10 anni.

Grazie a questo nuovo asset la proprietà avrebbe potuto riqualificare il Quartiere Campo di Marte generando nuovi introiti per la Pubblica Amministrazione con un investimento complessivo richiesto di circa 250 milioni di euro.

Queste proposte sono, però, subito svanite nel nulla per vari problemi tecnici relativi alla costruzione della nuova infrastruttura sportiva.

Per questo il Comune ha tenuto duro, respingendo gli attacchi di Comisso, e continuato per l’unica strada percorribile: la ristrutturazione dello Stadio Artemio Franchi, inaugurato nel lontano 1931.

Il nuovo Artemio Franchi

Oggi, 8 marzo, il Comune di Firenze ha svelato il progetto vincitore per la ristrutturazione del Franchi.

Il progetto è stato realizzato dallo Studio Arup e tra le risorse che verranno adoperate per i lavori, saranno impiegati 95 milioni di euro dal Recovery Fund visto che nell’aprile 2021 lo stadio “Artemio Franchi” è stato inserito tra i quattordici progetti che verranno finanziati con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, previste nel fondo complementare del piano strategico grandi attrattori culturali.

Il Sindaco Nardella alla cerimonia di stamani ha ringraziato i tanti personaggi che hanno permesso la realizzazione di questo progetto, tra cui la Commissione Sport del Comune che lo scorso novembre ha sbloccato e destinato i fondi del Recovery Fund per il restyling dello stadio Artemio Franchi.

Questa cifra però non coprirà, come noto, tutte le spese necessarie per i lavori che sono stati già pensati per l’area di Campo di Marte, che dovrà invece essere rinforzata dal Comune.

L'intervento di restyling sarà finanziato con i soldi del Recovery Fund e prevedrà una capienza di almeno 40 mila posti, la copertura degli spalti con una sottile lama metallica posizionata sopra le tribune dell’impianto e una maggiore vicinanza tra gli spettatori e il campo, stile inglese.

Nello spazio tra le curve di nuova realizzazione e quelle originali verranno realizzati un museo, allestiti degli spazi espositivi (nella curva Ferrovia) e un auditorium (nella curva Fiesole). Anche l’area di Campo di Marte sarà modificata con la nascita di un parco pubblico, di un polo ricettivo e di un polo commerciale, quest'ultimi entrambi di 5.000 metri quadri.

Il progetto strizza l'occhio anche alla sostenibilità con la nuova copertura dello stadio che, tramite pannelli fotovoltaici, fornirà energia rinnovabile sia all'impianto sportivo che alle altre strutture del progetto. L'inizio dei lavori è previsto per l'autunno del 2023 e la fine entro dicembre 2026.

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