Il fischietto bolognese ospite del Teatro Regio di Parma. Ad accoglierlo una sala gremita di persone
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Sale sul palco Pierluigi Collina, l'arbitro per antonomasia in Italia e nel mondo. La keyword del panel è personalità, che ha sempre caratterizzato l'arbitro e che - dice - è importante da sviluppare per un fischietto e che va affinata.
“Alcune cose”, ha detto Collina, “sono ovviamente cambiate rispetto a quando arbitravo io. Certe cose fatte, oggi, forse non potrei permettermele (ride, ndr)”. Lo stesso ha poi iniziato a raccontare la propria carriera, tra aneddoti e situazioni di gioco analizzate.
“Anche gli strumenti sono cambiati. Al mondiale del 2002 avevo le VHS, che utilizzato per studiare le partite”. Una linea di demarcazione diretta con la strumentazione odierna, che comprende anche il VAR, su cui lo stesso Collina si è espresso. “Ma conditio sine qua non, sia ai miei tempi come attualmente, è che un arbitro conosca i giocatori che andrà ad arbitrare. Solo tramite un'adeguata preparazione e professionalità pregressa - infatti - si possono ottenere risultati soddisfacenti basati su una metodologia applicata”.
Velocità e intensità soprattutto. Il ritmo di gioco è un qualcosa che oggi è altissimo, ed esponenzialmente cresciuto negli anni. Sono entrambi elementi che concernono anche gli arbitri, i quali oggi necessitano di una condizione atletica incredibile", ha detto il fischietto sull'evoluzione contemporanea del calcio giocato. “Oggi un arbitro è fondamentalmente un giocatore, sottoposto al medesimo stress e alla medesima prevenzione fisica, atletica e salutare”.
Un lavoro, quello dell'arbitro, che quindi non si limita solamente ai novanta minuti di gioco ma che abbraccia a trecento sessanta gradi aspetti eterogenei.
E la comunicazione che interessa la classe arbitrale? “Oggi è fondamentale, perchp bisogna far capire il motivo per cui si è presa una data decisione. Bisogna, però, essere proattivi e propensi all'evoluzione anche in campo comunicativo. Anche in questo caso, rispetto ai miei tempi, gli strumenti e le modalità sono radicalmente mutate. Disponiamo di nuovi paradigmi e nuovi aspetti che devono essere assolutamente presi in considerazione”. Parole, quelle di Collina, che trasudano professionalità e una linea guida per quanti vogliano imbattersi in una carriera sul campo. Ma con un fischietto in bocca.
E per il futuro? “Spettacolarizzazione del prodotto, anche per la classe arbitrale. Abbiamo già tante novità in programma, che a breve saranno svelate. Ad esempio, ridurre il tempo massimo in cui un portiere può tenere il pallone tra le mani. Esisterebbe la regola dei sei secondi, ma a volte capita che gli estremi difensori tengano il pallone tra le mani addirittura per venticinque secondi. Modificando questi piccoli aspetti, che però danneggiano complessivamente lo svolgimento del gioco, la fluidità generale del ritmo di gioco ne trattà enorme giovamento".
Ma non solo, si è parlato anche di tempo effettivo. “La partita dura novanta minuti, ma effettivamente se ne giocano quarantadue. Vogliamo puntare ad agire sul regolamento proprio limando alcuni aspetti, ma migliorando complessivamente il prodotto calcio”.
Non ha aggiunto altro Pierluigi Collina, lasciando la sala in un misto di suspence e galvanizzazione generale. Per ora, triplice fischio.