I calciatori stanno investendo in startup?

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“La creatività è voglia e capacità di dare forma al futuro. Facciamolo insieme.”

Si chiude così un post del 14 gennaio di Claudio Marchisio sui propri social. Contenuto che aveva come obiettivo, stimolare l’invio di candidature per progetti imprenditoriali che saranno visionati e magari finanziati proprio dall’attuale giocatore dello Zenit San Pietroburgo. 

L’iniziativa del centrocampista ha avuto una ottima risonanza mediatica (lui stesso ha confermato la grande quantità di candidature ricevute), grazie ad una visibilità che non manca all’ex Juventus: su Facebook vanta una fanbase di 2,5 MLN e su Instagram 4,1 MILN.

L’iniziativa di Marchisio ha risvegliato la discussione sulla sensibilità dei calciatori all’argomento startup.

Un ambiente che ad occhio nudo può sembrare sconosciuto ai top players del nostro campionato, ma che in realtà ha già mosso i suoi primi passi, soprattutto negli ex calciatori.

Professionista dal 1997 al 2008, con 91 presenze nella Cremonese, Federico Smanio è uno degli esempi più lampanti di giocatori che smettono gli scarpini da gioco, per indossare gli occhiali dell’innovazione tecnologica nel calcio.

Dopo aver avviato il processo di digitalizzazione della Lega B e il rapporto con i tifosi del campionato cadetto, Smanio è diventato CEO di WyScout, un modello perfetto di startup italiana integrata al calcio.

Smanio è stato protagonista anche nella startup competition #ReSoccer, ideata durante i giorni del Social Football Summit, evento organizzato proprio da Social Media Soccer, che oltre a magazine di approfondimento su cultura digitale e social media marketing nel calcio, è prima di tutto una startup che ha realizzato la piattaforma ad alta tecnologia, per il monitoraggio degli account social di club e calciatori.

“Dimostrare la capacità di valorizzare le proprie fan-base significa aumentare il proprio valore in tutte le trattative commerciali con i potenziali partner, contribuendo a rendere le stesse fan-base un vero e proprio asset patrimoniale del club”.

Con queste parole Vladimiro Mazzotti, CEO di Zerogrado, ha lanciato la piattaforma Zerogrado for Sport, di cui uno dei finanziatori è l’attaccante Stephan El Shaarawy.

La piattaforma cloud-based sfrutta il potenziale delle principali piattaforme di messaggistica per consentire alle società calcistiche, nuove forme di coinvolgimento e interazione con la propria audience, come chat o quiz a premi.

Il faraone ha investito anche su Satispay, ormai nota piattaforma per pagamenti effettuabili tramite smartphone.

Un altro attaccante ben focalizzato fuori dal campo per investimenti in nuove aziende ad alto contenuto tecnologico, è Ciro Immobile.

Il laziale ha investito su diverse startup, fino a creare una società di investimenti: la 9 Invest.

Uno dei primi amori imprenditoriali di Immobile è stata Moovenda, startup romana che si occupa di food delivery (finanziata nel 2017 con 40mila euro).

Ma i settori di investimento del numero 9 bianco celeste spaziano tra il mondo dei tatuaggi come con Inkdome, che ti aiuta a trovare il tatuatore perfetto per te, oppure quello gastronomico con Revoilution: startup che grazie all’uso di un elettrodomestico, permette di ottenere olio fresco in ogni momento della stagione. Insieme a Immobile, come finanziatori del progetto, risulta anche l’ex Milan Antonio Nocerino.

C’è un discreto interesse anche da parte degli ormai ex calciatori.

Gianluca Vialli sostiene la piattaforma Tifosy.

Un altro ex Juve, Ivano Bonetti, ha lanciato la propria idea imprenditoriale ideando SkudoWawe: una protezione in resina suggerita ai calciatori ma non solo, per ridurre i danni causati dai campi magnetici degli smartphone.

Ora possiamo rispondere alla domanda nel titolo dell’articolo, con maggiore consapevolezza.

In questo focus non sono menzionati i club che si stanno muovendo in questa direzione, infatti ci siamo occupati dei calciatori, spinti anche dalla recente proposta di Claudio Marchisio.

Il mondo delle startup e gli investimenti da parte dei calciatori verso queste realtà, non risulta più un mondo inesplorato. Non c’è ancora una consapevolezza davvero affermata, ma l’impressione è che la presenza dei calciatori in questo mondo, si diffonderà a macchia d’olio.

Luigi Di Maso

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