Gli eSports per avvicinare la Gen-Z alla Serie B

Partirà il 17 maggio la seconda edizione di BeSports, il campionato di Serie B giocato su eFootball PES 2021 di Konami. Competizione e intrattenimento per aprire un canale di comunicazione verso i target più giovani.

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In Serie B reale e virtuale sono molto vicini. Non solo perché per la Lega ha diversi progetti digitali in cantiere e sta rinnovando il proprio stile comunicativo, per avvicinarlo a quello delle nuove generazioni. Ma anche perché l’attuale capolista Empoli e la squadra da battere nel campionato cadetto di eSports, il Pisa, distano nella realtà solo una cinquantina di chilometri.

I nerazzurri toscani si sono infatti aggiudicati la scorsa estate BeSports, il primo campionato di Serie B giocato su eFootball PES 2021 di Konami, grazie alle capacità e al talento di Carmine Liuzzi (PISA_N17x) e Salvatore Di Giacomo (SASINHO_DIGIAC). La nuova edizione, con diverse novità, partirà il 17 maggio. Tra queste la decisione di affidare la cura del torneo a WeArena Entertainment, mentre nel 2020 era stato realizzato in collaborazione con MKERS.

Ne parla in esclusiva per Social Media Soccer Andrea Calabrò, digital manager della Lega B.

Calabrò, cosa vi portate dietro dall’esperienza dell’edizione 2020 del campionato BeSports?

«La prima stagione di BeSports per noi significava molto, il fatto che fossimo la prima lega calcistica professionistica in Italia a portare a termine un vero e proprio campionato eSports ci ha riempiti di orgoglio e insieme all'area marketing della Lega B - e quindi con i miei colleghi Attilio Matarazzo, Giulia Navone e Riccardo Mocavini - siamo stati in grado di conoscere i pregi e le criticità di questo settore. La Lega B e il presidente Mauro Balata hanno puntato molto sull'ingresso della nostra Lega nel mondo eSports anche per coronare il primo storico accordo con un publisher di videogiochi. Gli eSports ci hanno permesso infatti di aprire un nuovo canale di comunicazione verso i target più giovani che sono sempre più difficili da raggiungere con i vecchi schemi e mezzi della comunicazione sportiva».

Avete già introdotto alcune novità, nonostante sia un’iniziativa con solo due anni di vita.

«Devo dire che ce ne sono diverse. Quest'anno abbiamo deciso di affidare l’organizzazione del torneo a WeArena Entertainment, una delle aziende leader in Italia e in Europa nell'intrattenimento digitale e primo e unico network di parchi di intrattenimento digitali a tema in Italia. WeArena ha portato a tutti gli effetti nuovo slancio a BeSports. Sarà un campionato più votato alla spettacolarizzazione ed incentrato sulla competizione live tra i players di ogni squadra, a loro volta rappresentativi dei 19 club partecipanti (ad esclusione del Brescia) suddivisi in 4 gironi che si giocheranno il titolo di campioni di BeSports 2021 tra fase di qualificazione, e Final 12. Una competizione giocata dal vivo, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, in uno studio di Roma di cui presto sveleremo maggiori dettagli. Abbiamo accolto la richiesta da parte di WeArena perché crediamo che questa dinamica ci permetterà di fare un salto di qualità rispetto al 2020. Riassumendo, sarà una versione più appealing per partecipanti e tifosi che seguiranno le live e avranno modo di divertirsi con engagement di varia natura sui social».

Su quali social avete puntato per “spingere” il torneo?

«BeSports si affaccerà su tutti i nostri canali social e sul canale Twitch di WeArena con una programmazione quasi televisiva che vedrà la scelta di distribuzione di partite, interviste ai protagonisti ed eventi collaterali sui vari canali in base alle specificità dei social network che andremo a scegliere». 

La parola d’ordine sarà quindi “GenZ”?

«Abbiamo in mente di dar vita ad una competizione, uno show, in grado di abbracciare più fasce generazionali, con un occhio di riguardo a quella Generazione Z (la generazione dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012, ndr) che è molto attenta e interessata alla proposta degli eSports sia come forma di competizione che di intrattenimento. Sarà comunque un'edizione che avrà un taglio che strizza l'occhio anche all'appassionato della Serie BKT e alle famiglie, cercando di creare intorno tutta una serie di azioni di comunicazione e formazione che mettano in risalto gli eSports anche dal punto di vista sociale e valoriale».

In questo modo potrebbe avere anche un risvolto a lungo termine.

«Sicuramente l’obiettivo è quello di avvicinare nuove generazioni di appassionati e creare un nuovo pretesto di fidelizzazione per le molte comunità di tifosi che animano ogni anno la Serie B. Questo a prescindere dai club, e quindi dalla città rappresentative dei diversi territori che ogni anno si contendono la Serie A o la permanenza nella "categoria cadetta".

A fianco della Lega è stata ci saranno anche l’Osservatorio Italiano degli Esports (OIES) e Creative Management Association (CMA) che produrranno un report d’Impatto dell’intera manifestazione. Può dirci di più?

«Devo dire che uno dei fattori che ci ha indotto - e crediamo abbia convinto anche i club - a scegliere WeArena come organizzatore, è l'attenzione capillare verso le molte complessità e gli aspetti collaterali di indotto economico e sociale degli eSports. Questo si traduce in un percorso di formazione parallelo che stiamo conducendo insieme a club e ai players, coordinato da CMA e dall'OIES con la supervisione di WeArena e nostra, che produrrà  (con un percorso già in atto) degli output di pubblica utilità e consultazione, enunciativi dei principi identitari in ambito eSports di Lega B, che faranno luce su driver di sviluppo potenziale del settore e faranno crescere il senso di responsabilità sociale con cui la Lega vuole connotare, in chiave sostenibile, il proprio percorso di interessamento agli sport virtuali, da qui in futuro, con coscienza. Presto ne saprete di più circa entrambe le iniziative di cui sia CMA che OIES saranno protagoniste grazie a Lega B e WeArena».

Il calcio e le nuove generazioni: in che modo la Lega B sta provando ad avvicinarle?

«Nell'ultimo periodo il nostro stile di comunicazione sta subendo un “cambiamento” mosso dalla volontà di proporre qualcosa di inaspettato, magari più “giovane”. Ad esempio abbiamo riscontrato come al tifoso piaccia vederci “memare” e questo ci sta portando a parlare un linguaggio più fresco e che vogliamo possa diventare un fattore distintivo della nostra Lega. È un processo lungo e graduale, ma che abbiamo deciso di portare avanti con l’intento di divertire e intrattenere i nostri tifosi anche oltre i 90’ di gioco. Presto lanceremo delle novità anche sulla nostra piattaforma digitale, che siamo certi possano rappresentare dei passi importanti nel processo di trasformazione digitale della B».

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